A Rimini c’è un borgo che è il proseguimento del centro storico verso monte e collega il cardine dell’antica città romana, l’attuale Via Garibaldi, con la Via Covignano, ovvero la via che porta dritta alla Rimini Alta. Nel mezzo a queste due vie ci sta il pezzo di strada denominato Via Saffi che è la via principale dell’antico Borgo Sant’Andrea, oggi conosciuto dai riminesi come Borgo Mazzini. Che sia legato alla storia del Risorgimento lo dimostrano i nomi delle vie e l’appellativo del borgo stesso, ma la storia di questo borgo riminese è soprattutto legata a quella del forese e della scomparsa Fornace Fabbri.
Antico Foro Boario, questa era la zona del mercato del bestiame dove i contadini venivano a vendere gli animali ed anche i prodotti agricoli, un punto d’incontro tra la città e la campagna. Difatti la porta che dalla città immetteva nel borgo venne chiamata Porta Montanara, oggi ricollocata nella sede originaria tra la fine della Via Garibaldi – un tempo nella Contrada dei Magnani – e l’inizio di Piazza Mazzini. Nei dintorni il Ghetto degli Ebrei di cui si ha documentazione dal 1230.
Poi vennero la fornace dei laterizi dei fratelli Fabbri e l’annessa cava e le case, le osterie e le botteghe in cui vivevano e si divertivano e si servivano gli operai che vi lavoravano e le loro famiglie. Siamo nell’Ottocento, secolo di rinnovato ardore patriottico e a quanto pare, a giudicare dalla lapide posta su una delle case del borgo in Via Saffi, la storia del borgo si lega a quella di padri della patria come Mazzini e Saffi, i quali passarono da Rimini. Aurelio Saffi vi fu arrestato nel 1874 durante una riunione politica tenutasi in una villa sul Colle di Covignano, situata a pochi chilometri dal borgo.
Dieci anni prima, lo storico e archeologo riminese Luigi Tonini, nella zona del Foro Boario aveva rinvenuto i resti dell’antica chiesa dei SS. Andrea e Donato, eretta probabilmente nel V secolo, fu altrettanto probabilmente distrutta nel 1400 durante le lotte tra il nostro signore Sigismondo Pandolfo Malatesta e il Papa. Oggi la chiesa del borgo è dedicata a San Gaudenzo patrono di Rimini ed accoglie tutti quelli che arrivano dal centro storico. Costruita la prima volta nell’Ottocento e ricostruita dopo la guerra, la chiesa di San Gaudenzo è situata nella piazza del borgo, tra le vie Saffi a sinistra e Montefeltro a destra, dove si dipanano la maggior parte dei negozi, bar, ristoranti della zona. Sulla facciata, la lunetta in finta pietra raffigurante San Gaudenzo è stata fatta nel 1959 dallo scultore riminese Elio Morri.
Un poco più avanti, nascosto tra le due vie, l’antico lavatoio, di cui possiamo vedere una foto d’epoca e una attuale: ristrutturato nei nostri anni, era il luogo dove le donne del popolo andavano a lavare i panni per le loro famiglie e per quelle delle signore di Rimini.
Più avanti la Scuola Elementare Toti, di fronte gli omonimi giardini con giochi. Nell’area limitrofa a sud del borgo, un tempo appartenuta alla Fornace Fabbri, sorge l’omonimo Parco Fabbri munito di campi da gioco. Il Borgo Sant’Andrea è servito da un paio di parcheggi, nei pressi della via Melozzo da Forlì e nell’area della Coop, ma è possibile parcheggiare un po’ in tutte le sue vie. La Via Saffi oltre che di marciapiedi è munita di pista ciclabile. A partire dal 2002, ogni due anni per il 14 di ottobre giorno dedicato al patrono della città, si svolge la festa di questo borgo dedicato a un santo e a uno che ha combattuto il potere temporale della chiesa, a dimostrazione delle tante sfaccettature del carattere intraprendente della nostra città che può essere tutto e il contrario di tutto.
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