Tutti conoscono la tragedia di Paolo e Francesca narrata da Dante e da numerosi poeti dopo di lui e affidata alle pagine della storia di Romagna e dei suoi temibili signori. C’è chi sostiene che i due sventurati amanti furono uccisi nel proprio castello, e tra questi troviamo Rimini, Santarcangelo e Gradara, anche se la tesi più accreditata storicamente per il luogo del famoso delitto è quella riminese. 

Fin qui niente di strano, ogni rocca della Romagna e anche delle Marche che sia appartenuta ai Malatesti, rivendica la patria potestà della vicenda a forte richiamo turistico, ma a sostenere questa tesi a Santarcangelo c’è chi dice di aver visto, nelle notti senza luna, lo spirito di Francesca da Rimini di bianco vestita, passeggiare sugli spalti della rocca e sospirare davanti alla vista di quella che un tempo fu la sua terra adottiva, eterna custode delle sue pene. Affascinante e irrequieto il fantasma di Francesca sembra aver scelto il “castello” di Santarcangelo come sua dimora da morta, non poté sceglierlo da viva perché fu costruito nel Quattrocento da Sigismondo Pandolfo Malatesti signore di Rimini, attorno a un’altissima torre tardo trecentesca eretta prima dallo zio Carlo e allora definita “l’ottava meraviglia del mondo”. 

Rocca di Santarcangelo

Forse, la nostra evanescente nobildonna ha scelto proprio quella torre perché da lassù si gode un’ottima veduta di tutta Rimini, città a lei tanto cara perché v’incontrò l’amore, città a lei invisa dove trovò la morte.

In quale anno di preciso avvenne il misfatto non è risaputo, poiché tutto fu messo a tacere dal potente e scaltro Mastin Vecchio, ma da alcune coincidenze di presenze o meno a Rimini dei due figli di Malatesta da Verucchio, si presuppone che il delitto sia avvenuto tra la fine del 1283 e il 1285. Cos’altro non si è ancora riusciti ad accreditare per certo è il luogo del delitto: tra le numerose Rocche Malatestiane dei dintorni che ne rivendicano la patria potestà, la più probabile è l’antica residenza riminese del Gattolo, dove più tardi venne costruito Castel Sismondo

Castel Sismondo

 anche se fino ad oggi, Rimini non si è servita più di tanto di questa romantica storia che tinse di fosco le sue antiche mura, al contrario di “concorrenti” più smaliziate quali Santarcangelo e soprattutto Gradara. 

Gradara

La bella rocca che domina il pittoresco borgo marchigiano situato ai confini con la Romagnola Provincia di Rimini e appartenuto fino alla seconda metà del Quattrocento ai Malatesti, vanta al suo interno addirittura la stanza dove avvenne il triste episodio: la cosiddetta camera di Francesca. Completamente ricostruita durante la ristrutturazione della rocca avvenuta negli Anni Venti del Novecento, gli arredi della stanza, così come la loro disposizione, si ispirano alla descrizione della Francesca da Rimini di Gabriele D’Annunzio, così come l’abito che fa bella mostra di sé al centro della stanza è ripreso da quello che indossò la musa del vate Eleonora Duse per interpretare Francesca ed è stato creato dalla stilista Alberta Ferretti. Nella stanza vi sono il famoso leggio su cui Paolo e Francesca leggevano il libro galeotto e  la botola da cui si dice li sorprese Gianciotto e da cui tentò di fuggire Paolo invano, perché rimase impigliato con il mantello e fu raggiunto dalla lama del fratello. 

Per dovere di cronaca dobbiamo dire che anche a Gradara ai tempi in cui sono vissuti e morti Paolo e Francesca non esisteva il “castello” come lo vediamo oggi, ma solamente la grande torre centrale, il cosiddetto mastio. Fu sempre Sigismondo a far edificare le corti centrali e le restanti torri che hanno dato alle numerose rocche appartenute ai Malatesti, tra cui appunto Gradara, Rimini e Santarcangelo, l’aspetto di dimora signorile oltre a quello difensivo originario. Delle tre rocche, Gradara è sicuramente quella più ricca di contenuti per quanto riguarda gli arredi e gli ambienti sapientemente restaurati ed appartenendo allo Stato è sempre aperta al pubblico, mentre quella di Santarcangelo che è di proprietà privata si può visitare solo su prenotazione e quella di Rimini, purtroppo priva di arredi e adibita a contenitore museale, farà parte del nuovo Museo Fellini.

Paolo, Francesca, Rimini, Santarcangelo e Gradara.


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